Marco Angelini

La forma astratta interpreta alla perfezione la poetica fluida e mutevole di Marco Angelini, suggerendo l’esistenza di molteplici realtà. Nelle sue tele l’artista senza fatica trasmette all’osservatore il legame indissolubile tra il simbolismo cromatico e il senso figurato degli oggetti con il tempo passato, le sue memorie che si uniscono alla memoria collettiva, e che vivono nell’impossibilità di scindersi dall’allegoria della contemporaneità, del tempo presente. Le memorie rievocano il passato attraverso i colori, le forme, le fattezze, i suoni trascritti. 

Il tempo influenza da sempre i lavori di Angelini. Vissuto senza ansie, come un costante divenire, una trasformazione incessante da ciò che era a ciò che sarà, passando per l’attuale, il presente. La sua ricerca espressiva – assimilabile dunque a un viaggio, che porta con sé tracce di passato (la memoria) in attesa del futuro – è inoltre dominata dalla materia, che talvolta è superficie pittorica che si sostituisce alla tela, come nel caso del polistirolo, dell’alluminio o del ferro, e altre volte entra a far parte dell’opera sotto forma di oggetti di riciclo, che diventano parte dell’opera.

Marco Angelini è nato a Roma nel 1971, vive e lavora tra Roma e Varsavia. Laureato in Sociologia, si è sempre interessato a fenomeni urbani, culture e subculture metropolitane. Numerose le sue mostre personali a Roma, Milano, Varsavia, Cracovia, Londra, Bratislava, Algeri e partecipato a collettive a New York, Washington DC, Tel Aviv, Abu Dhabi, Varsavia, Zamość, Stettino, Monaco di Baviera, Essen, Londra, Bruxelles, Roma, Lucca. Nel 2011 ha preso parte alla 54esima biennale di Venezia.