"L' opera prodotta da AVHG, Alessandro Vitiello Home Gallery di Roma, porta il pubblico nella stanza in cui si è isolato un ragazzo, Fosco (Bruno Petrosino), che ha scelto di non possedere più nulla, se non la voglia di comunicare, attraverso la forma desueta della cartolina, tutto il suo disperato,dignitoso e volontario isolamento".
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"È il fenomeno degli Hikikomori giapponesi, riconosciuto sempre di più anche in Italia. Fosco rappresenta questa realtà simbolicamente nudo, in una scena altrettanto nuda, all'interno di un quadrilatero luminescente".
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"Chi di noi non ha pensato almeno una volta di tagliare i ponti col mondo? La differenza con gli eremiti è che mentre questi ultimi bastavano a sé stessi, Fosco (e gli hikikimori) senza famiglia morirebbero di stenti. O forse uscirebbero, finalmente, di casa. Quale potrebbe essere la salvezza per Fosco? Il vero taglio netto con chi lo alimenta. Costretto a sopravvivere, Fosco dovrebbe per forza uscire di casa, per risolvere davvero i conflitti col suo passato. Ma anche il suo compiangersi, la rabbia sterile, fanno parte del suo narcisismo patologico. Gli altri lo hanno costretto ad entrare in una stanza, o ad uscire dalla vita, che poi è la stessa identica cosa" .
Antonio MocciolaAutore
"Il giovane ci comunica il suo disagio, il suo esilio interiore, la fuga dalle maschere di Pirandelliana memoria, scrivendo cartoline ai suoi ex-affetti, da cui ha preso le distanze. Fosco ci parla dal nulla. I suoi appelli cadono nel vuoto. Gesti d'amore che forse nessuno ha voluto capire, raccolti nella deriva nichilista ed eroica delle sue parole" .
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"Piccole cartoline ingiallite un po' sbiadite gli ricordano l'infanzia, caratterizzata dal non-amore della madre e del padre. Urla, si ribella, canta, balla, piange e ride da solo, in quella stanza, nel claustrofobico buio del nulla che lo circonda. Ma Fosco è coraggioso, è forte ed anche bello. Lui sa di essere solo, volutamente evita ogni contatto col mondo reale perché quel mondo lo ha rifiutato, rigettato" .
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"Buio pesto. Una schiena nuda che si
abbraccia, una musica assordante, un urlo
disperato. Così si presenta Fosco, abitante
unico e solo di Cartoline da casa mia".
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" Persone fragili, non compatibili con la
sofferenza generata dall'essere al mondo. Se il mondo è questo, se tutto è effimero e illusorio, se la società preme per farci essere come non siamo, se fuori da quella stanza non c'è nulla di meglio, che motivo c'è di uscire fuori?" .
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" 'Cartoline da casa mia' è un dramma che mi ha coinvolto totalmente, impegnandomi fino allo stremo fisicamente ed emotivamente, ma restituendomi la capacità di aprirmi a nuovi mondi interiori e magici, propri dell'Arte più sacra. Uno scambio che mette a nudo un desiderio ancora più prezioso, quello di donare agli spettatori un'esperienza profonda e toccante"
Bruno ProsinoAttore
"Viene da chiedersi in cosa differisce Fosco da coloro che racchiudono e rinchiudono la loro vita nel mondo virtuale. Nel linguaggio informatico virtuale significa “simulato”, “non reale”. In un mondo, il nostro, dove la priorità è apparire, dove persino il sesso può essere fatto attraverso i bytes, quanto realmente siamo lontani dall’isolamento di Fosco?"
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